Si parte per Baltimora. Minivan e autista nato a New York ma spudoratamente di tratti cinesi, si indaga, è di hong kong, con la faccia da coreano? Mah. ma come si fa a fidarsi di un cinese trapiantato di seconda generazione che fa l’autista in modo meccanico e ripetitivo tutti i giorni tra il JFK e il centro di manhattan? Come fa a fare l’autista mi chiedo, infatti giusto il tempo di uscire dalla città, passare Newark e ci perdiamo irrimediabilmente nella splendida campagna americana, casette perfette, erba e prati più belli di quelli inglesi, si vede che sono americani anche in questo gli americani, spento e archiviato definitivamente il navigatore satellitare che per quanto faccia egregiamente il suo mestiere, di solito, a volte subisce l’input irrazionale di un autista di hong kong a New York che inserisce sì l’indirizzo della via, ma dimentica di impostare la città, per cui alla prima corrispondenza utile ti guida inesorabile senza un possibile cinese pensiero inevitabilmente fuori direzione. Si riparte, scandendo il viaggio con rassicuranti, per tutti, richieste di informazioni ad ogni occasione possibile, area di servizio intitolata a walt whitman, bel modo di fare cultura qui, invece di un parco, che ne so, si intitola ad uno dei più grandi poeti americani una bella stazione di servizio sull’autostrada, fantastico. Compriamo una cartina non si sa mai.