23 novembre 2005

DISARMANTE


Stiamo assistendo a tempi sociali molto particolari, mai come adesso sono subdolamente evidenti alcune condizioni di degrado, estremo. E’ disarmante accorgersi della attenta manipolazione di ogni informazione, della devianza culturale che ci si impone un po’ alla volta, della assoluta latitanza di un benché minimo straccio di un qualsiasi “progetto sociale”. Non si può pensare una finanziaria, lo strumento di orientamento, indirizzo, progetto e gestione di un paese avanzato (a questo punto mi viene spontaneo da chiedermi: avanzato…a chi?), come una sommatoria acritica e acefala di tentativo di rappezzare i buchi di un sistema allo sfascio totale. Racimolare un milione di euro per le politiche sociali (!) e poi perdersi nel come spenderli, libri di testo, aiuto all’handicap, o altro. Ma il progetto dov’è? La direzione dov’è? L’idea, la filosofia, il principio ordinatore, supremo, dov’è? Qual è il tipo di società a cui tendiamo? La domanda non è banale. Poiché ogni intervento, ogni pensiero, ogni azione, dovrebbe poi tendere al raggiungimento di tale obiettivo. Il problema è che l’obiettivo non c’è. E’ disarmante, sconvolgente, incredibile, impossibile. Stiamo (stanno) navigando a vista, con un solo remo, le vele a brandelli, in un mare in tempesta, e i salvagente sono pochi, maledettamente pochi, e già in proprietà di qualcun altro. Non è facile immaginare dove andremo a finire, ogni fantastica fantasia potrebbe rivelarsi piccola cosa a confronto della realtà che può accaderci. Non è disfattismo, o pessimismo. Solo la lettura di segnali, troppi, inquietanti, troppo. Dove ci stanno portando?